Sherif negli anni ’30 vuole scoprire quali sono i meccanismi che in situazioni ambigue portano alla formazione di norme condivise che orientano il comportamento dei membri di un gruppo.
Crea quindi un esperimento sull’effetto autocinetico: un individuo viene fatto sedere in una stanza buia senza alcun punto di riferimento e deve valutare la distanza percorsa da un puntino luminoso in movimento su uno schermo bianco.
Si sperimentano tre condizioni differenti dello stesso esperimento: un individuo da solo, un individuo da solo e poi l’individuo in gruppo gruppo, una sessione di gruppo con l’individuo e poi l’individuo da solo.
I risultati sono molto interessanti, nella prima condizione l’individuo formava una norma personale per valutare l’entità dello spostamento, nella seconda condizione le norme per valutare lo spostamento che le persone creavano quando erano sole, tendevo poi a convergere nella situazione di gruppo, infine, nella terza condizione, le norme costruite in gruppo erano poi utilizzate dall’individuo una volta lasciato solo.
Vent’anni più tardi Asch vuole studiare i fenomeni di convergenza delle norme e i fenomeni di consenso sociale dovuti alla pressione del gruppo e crea un esperimento molto semplice ed efficace.
Veniva richiesto a un volontario di valutare la lunghezza di alcune linee, individuando quale, tra le tre proposte, aveva la stessa lunghezza di una linea esempio. La differenza tra le tre linee era piuttosto marcata e facilmente riconoscibile senza errori.
Il volontario era però inserito in un gruppo di complici dello sperimentatore: dopo qualche prova in cui tutti i membri del gruppo davano la risposta giusta, i complici iniziavano a dare la stessa risposta sbagliata in un ordine che prevedeva che il volontario rispondesse per ultimo. Il 75% dei volontari si è adeguato almeno una volta a cosa diceva il gruppo pur sapendo che si trattava della risposta sbagliata.
Ma perché un individuo da solo è disposto a dare consapevolmente una risposta sbagliata pur di non smentire quella del gruppo?
- Come Ash ha successivamente sperimentato, se nel gruppo ci sono altri due o tre volontari che non danno la risposta sbagliata, la frequenza di risposte corrette aumenta. Se ci sentiamo alleati con qualcuno che la pensa come noi è più probabile riuscire a difendere le nostre posizioni e il suo appoggio ci fa sentire protetti.
- Quando la maggior parte dei membri di un gruppo è convinta di una cosa, gli individui isolati tendono a pensare che quei membri siano più intelligenti o informati di loro e di conseguenza sono disposti a mettere in discussione le proprie idee e adattarsi.
- Se l’individuo non è costretto a esprimere ad alta voce il suo “parere fuori dal coro”, è più probabile che dia la risposta giusta, anche se tutto il gruppo è orientato verso quella sbagliata, questo succede perché è difficile mettersi apertamente in contrasto con gli altri in una situazione sociale.
- Le persone hanno l’impressione che dare la risposta sbagliata, li presenti come sbagliati al resto del mondo, non è facile eliminare questo pensiero automatico e realizzare che per sentirsi accettati non occorre essere uguali, ma rispettare le opinioni discordanti.
Quindi cosa vuol dire conformismo e quanti tipi esistono?
In psicologia sociale con il termine conformismo si intende la tendenza ad approvare l’opinione di un’altra persona o di un gruppo di persone e, di conseguenza, ad agire in modo diverso da quanto avremmo fatto da soli.
Esistono due diverse tipologie di conformismo:
Informativo: è la forza che spinge un individuo isolato ad accettare le informazioni del gruppo come prova circa la realtà, avviene quando un individuo, trovandosi in situazioni a lui confuse, assume il comportamento degli altri come fonte di informazioni e si adegua a tale comportamento per capire come comportarsi a sua volta. (Ad es. Non sono mai stato in un ristorante di sushi e non so come comportarmi, osservo gli altri mettere la soia nel piattino e usare le bacchette, per uscire dall’imbarazzo di non sapere cosa fare replicherò gli stessi gesti)
Normativo: tendenza degli individui a conformare le proprie opinioni e comportamenti al modo di agire e di pensare delle persone che stanno loro intorno al fine di venire accettati e apprezzati dagli altri (Ad es. Esperimento di Ash)