SMETTERE DI FUMARE SI PUO’

L’OMS ha inserito il consumo di tabacco tra i 7 principali fattori di rischio responsabili della maggioranza delle malattie non trasmissibili in Europa insieme a: ipertensione, alcool, ipercolesterolemia, sovrappeso, scarsa assunzione di frutta e verdura e inattività fisica. Il fumo è al secondo posto e si calcolano 1 miliardo di fumatori nel mondo.

Quasi 6 milioni di persone muoiono ogni anno per i danni dovuti alle sigarette e fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo.
A differenza dell’alcol non si ipotizza, per il tabacco, un consumo non tossico, tollerabile in senso sanitario. Non esiste una soglia sotto la quale il fumo di tabacco sia indifferente nei riguardi della salute. Nuoce sia per i fumatori “attivi” sia per chi è soggetto al fumo passivo.
Gli effetti psicostimolanti e desiderati del consumo di nicotina sono la sensazione di piacere, l’effetto euforizzante, la percezione di benessere e rilassamento, il potenziamento delle capacità cognitive (maggiore concentrazione, memoria e vigilanza), riduzione dell’ansia e riduzione del senso di fame.
La sospensione del consumo di nicotina dopo l’instaurarsi della tolleranza, si associa a una sindrome astinenziale di entità variabile che può comprendere ansia, disforia, rabbia, astenia e aumento dell’appetito.
Diverse sono le malattie correlate al consumo di tabacco. Prima fra tutte i tumori: i fumatori hanno un rischio di mortalità doppio per tutti i tumori (20 volte in più per il cancro al polmone) e i forti fumatori hanno un rischio tre volte superiore. Il rischio di una malattia cardiovascolare è rispettivamente più alto di 1,6 tra i fumatori e di 1,9 tra i forti fumatori. Numerose sono anche le patologie respiratorie associate al consumo di tabacco. Il fumo in gravidanza è legato ad aborti, nascite premature o sottopeso e sindrome della morte in culla.
Se si decide di smettere di fumare si può chiedere aiuto al proprio medico di famiglia che procederà alla valutazione sanitaria e potrà eventualmente prescrivere farmaci per trattare la dipendenza da nicotina (quale, ad esempio, la vareniclina che aiuta a ridurre la voglia di fumare) e allo psicologo che sosterrà la persona nel suo difficile percorso di astinenza.
I principali ambiti di indagine della valutazione psicologica sono: l’analisi della motivazione a smettere (viene dal soggetto? È stato il medico ad obbligarlo a smettere a causa di altre patologie? È stata la famiglia a porre un ultimatum?), indagine su comorbilità con altre dipendenze o disturbi psichiatrici, valutazione del contesto familiare e socio-culturale e verifica delle risorse di autoefficacia, autostima e abilità di coping.
Il principale approccio psicoterapeutico per i tabagisti è la terapia cognitivo-comportamentale, in genere rappresentata dalle terapie di gruppo basate sul criterio dell’auto-osservazione e del mutuo-aiuto.
Dalla letteratura internazionale c’è evidenza della migliore efficacia delle terapie integrate (medica, psicologica, farmacologica) rispetto alla tecnica del semplice self-help e degli interventi meno intensivi.