LA CRESCITA DEL BAMBINO

La crescita del cervello, lo sviluppo psichico e sociale sono irregolari e si sviluppano secondo tempi diversi.

Alla nascita il cervello ha una dimensione decisamente più piccola di quello di un adulto e un neonato è in grado di vedere distintamente solo ciò che è molto vicino ai suoi occhi, non ha coscienza di sé come essere distinto da chi si prende cura di lui, detto caregiver (in genere dalla madre).
I gesti e lo sguardo del caregiver sono fondamentali per l’inserimento nel mondo del linguaggio e della coscienza di sé.
Dai tre mesi il bambino inizia a percepire il proprio corpo e produce i primi suoni.
Dal sesto mese il bambino inizia a percepirsi come separato dalla madre, a otto mesi prova una forte angoscia in presenza di estranei, comprende la parola “no” e pronuncia sillabe doppie.
Dai nove mesi all’anno di età inizia a camminare e la sua capacità motoria è ben sviluppata.
A un anno il bambino inizia, grazie lo sviluppo del lobo frontale, a usare le parole per esprimere desideri.
A due anni può essere educato al controllo sfinterico, costruisce frasi di tre parole con il verbo. Tenta di imporre la propria volontà, distingue il “tu” dal “io” e può concentrarsi per qualche minuto su un’attività.
Dai tre anni ai cinque anni (età in cui molti bambini vanno all’asilo) inizia a rapportarsi con i pari, a seguire alcune regole imposte dagli adulti per giocare con i compagni ed è in grado di pronunciare tutti fonemi della propria lingua.
Jean Piaget, psicologo svizzero del ‘900, individua diversi stadi dello sviluppo cognitivo del bambino:
Stadio sensomotorio (0-2 anni): il bambino conosce ed esplora il mondo tramite i sensi, in questo stadio viene acquisito il senso di permanenza dell’oggetto.
Stadio pre-operatorio (2-6 anni): il bambino sa usare i simboli (piatto come se fosse un volante), sa usare verbi al passato e al futuro, ha un egocentrismo intellettuale (la rappresentazione delle cose è solo dal suo punto di vista, crede che tutti la pensino come lui e siano in grado di capire i suoi pensieri).
Stadio operatorio-concreto (6/7-11 anni): il bambino utilizza i simboli e sa manipolarli, impara il concetto di reversibilità, inizia a raggruppare oggetti secondo una caratteristica comune, compare il concetto di conservazione dei liquidi, delle quantità numeriche e delle lunghezze
Stadio operatorio-formale (oltre gli 11 anni): a undici anni il bambino è in grado di fare ragionamenti astratti, compare il pensiero ipotetico-deduttivo, il bambino può ipotizzare situazioni mentalmente e prevederne le possibili conseguenze.
Secondo Piaget questo è l’ultimo stadio dello sviluppo cognitivo, in quanto il bambino possiede gli stessi schemi mentali di pensiero di un adulto.